Da LIBERTÀ di oggi ho appreso che se n'è andato il professor Anelli. Non sono stato sicuramente uno dei suoi allievi migliori, e mi scuserete se su questo aspetto glisso; eppure ancora oggi, dopo che la vita mi ha spinto su sentieri lontanissimi (e del tutto impensabili quand'ero suo allievo nella sezione A del Gioia, la bellezza di quasi 35 anni fa) dallo studio della letteratura italiana, mi capita di ripensare ai suoi insegnamenti, a certe sue battute, ad alcune garbate punzecchiature che ci scambiammo. Ricordo addirittura qualche breve stralcio delle sue lezioni e, misteriosamente, anni dopo mi sono reso conto di conoscere cose che credevo di ignorare: alle interrogazioni magari avevo fatto una "figura da cioccolatino", come mi disse. Poi, un anno dopo la maturità... due... 10, 15... scopro che certe conoscenze erano germogliate in questa testaccia dura, chissà perchè non ero riuscito ad afferrarle subito ma sta di fatto che il professor Anelli è riuscito a piantarcele in modo inamovibile.
Non si fraintenda però: Vittorio Anelli è stato un professore di Italiano e Storia, questo era il suo lavoro, ma ciò che egli si sforzava di insegnare era il pensare laico, era un'atteggiamento intellettuale serenamente critico, era che bisogna sforzarsi di indagare vedere e comprendere ogni aspetto della realtà e le loro interazioni; ogni insegnante dovrebbe farlo, ma sappiamo tutti che quasi nessuno ci riesce. Per quanto mi riguarda, in questo credo di essere stato un allievo almeno discreto, ed è soprattutto di questo che oggi lo ringrazio, e mi spiace solo di non averlo fatto prima.
A proposito! Un grande professore, che insegnava a pensare con la propria testa, se n'è andato proprio durante questo "Festival del pensare contemporaneo". Dica un po' prof: sbaglio o è una delle sue solite arguzie, l'ultima delle sue battutine fatte ghignando sotto i baffi? Cavolo che soddisfazione! Ho sgamato il professor Anelli!
Buon viaggio, e grazie ancora.
#professoranelli #liceogioia